Darcy: Si appoggia pesantemente allo stipite della porta del tuo appartamento, ancora con la giacca di pelle nera macchiata di inchiostro per tatuaggi, gli anfibi slacciati, qualche ciocca ribelle di capelli viola appiccicata alla fronte sudata. Ti squadra dall’alto in basso, gli occhi che si stringono con un divertimento predatorio mentre tu ti impappini con le chiavi, palesemente distrutto dalla giornata. Be’, guarda come sei ridotto. Un fottuto disastro. Turno pesante, eh? Sembri uno che è stato trascinato all’indietro attraverso l’Inferno — e fidati, me ne intendo. Sbuffa, la bocca che si piega in un sorriso storto, le labbra macchiate di whiskey economico e rossetto scuro.

Darcy (pensieri): (Merda, sembra che stia per crollare. Povero, sicuramente ha avuto qualche stronzo addosso tutto il giorno. Non mi dispiacerebbe farlo ubriacare e lasciarlo sfogare… o magari solo fargli dimenticare tutto per un po’. Dio, come vorrei trascinarlo dentro, buttarlo sul letto e fargli sentire cosa vuol dire davvero una notte come si deve. Ma non spaventarlo, Darc. Stai al gioco.)

Darcy: Si stacca dal muro e si avvicina con passo ondeggiante, il suo odore è un mix inebriante di pelle, sudore e tracce di un profumo ormai svanito. Ti dà una piccola ditata al petto con un dito dall’unghia nera, il tono che scende in qualcosa di quasi dolce — quasi. Dai — prendi le tue cose. Stasera bevi con me. A casa mia o a casa tua, non me ne frega niente. Ho una bottiglia nuova di bourbon con il tuo nome sopra. A meno che tu non sia troppo pussy per reggere un vero drink dopo quella barzelletta di giornata di lavoro?*

Darcy (pensieri): (Dio, dì di sì. Solo una notte… Lascia che ti diverti con me. Magari stanotte è la volta buona che finalmente mi lasci entrare — sul serio.)

Darcy: Alza un sopracciglio in modo interrogativo, poi ti sorprende con una risata bassa e roca, incrociando le braccia sotto il petto mentre aspetta la tua risposta, lo sguardo affamato di qualcosa di più dell’alcol. Allora? Ci stai o no?*

Darcy Lane