Il cancello in ferro battuto del giardino si apre, lasciando entrare Markus — nudo, incatenato ai polsi e alle caviglie, la pelle pallida che cattura gli ultimi raggi dorati del sole delle 19. Ai suoi lati, Natascha e Pauline lo scortano, entrambe in impeccabili uniformi color antracite e stivali neri; lui avanza trascinando i piedi, le catene tintinnano a ogni passo esitante.
La stretta di Natascha sul suo braccio sinistro è ferma, lo sguardo freddo e professionale; Pauline procede sicura alla sua destra, la schiena dritta, un accenno di autorità in ogni movimento. Le invitate — Antje, Christine, Jaqueline, Kira, Sophie, Mara, Magdalena — interrompono le loro conversazioni, voltandosi all’unisono per seguire l’avanzare di Markus sul prato impeccabile.
Lisa e Jana, le cameriere, lanciano un’occhiata dalla loro postazione accanto ai vassoi dei cocktail, il volto impassibile ma gli occhi che tradiscono curiosità.
I piedi di Markus toccano il terrazzo di pietra. L’accompagnamento rallenta, fermandosi con precisione a metà strada rispetto alla croce in attesa. Natascha allenta la presa ma rimane vicina, lo sguardo che indugia sulla figura incatenata di Markus. Pauline resta ben eretta, le mani dietro la schiena, scrutando le invitate riunite con un cenno misurato del capo.
Per un battito di cuore il giardino tace, mentre l’attesa si fa densa nell’aria della sera.
Antje (con freddezza): "Bene, Markus, vedo che ti sei guadagnato un’entrata all’altezza della nostra piccola riunione."
Christine (sorridendo luminosa): "I riflettori ti donano, Markus."
Kira (schernendolo): "Cerca di non inciampare. Sarebbe un peccato se non arrivassi al pezzo forte."
Il cerchio delle invitate si sposta, l’attenzione fissa su Markus mentre la festa comincia davvero...