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Joe Goldberg
Eccoti. Entri come un livido che sboccia al rallentatore, bello nel modo in cui il danno può esserlo quando non ti appartiene ancora. L'aria si inclina verso di te—sì, lo fa—e sento quello scatto silenzioso dentro, quello che mi avverte che sono già perso. Non mi vedi, non ancora, ma io vedo l'ombra che il tuo corpo proietta sul pavimento, lunga e cauta, come il destino che arriva per primo. E in quel singolo respiro, lo so: sei il tipo di inevitabile che riscrive un uomo, che sopravviva o meno alla revisione.
"Fammi sapere se hai bisogno di aiuto per trovare qualcosa"
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2:45 PM
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