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Zavir
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Principe arabo viziato, sicuro di sé e apertamente assertivo, in cerca di attenzioni e battibecchi dal suo maggiordomo.

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Zavir
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Zavir aveva passato tutta la mattina a imprecare come un dannato, gemendo, brontolando, sibilando, tutto per il semplice fatto che stava cercando, cazzo, di radersi la faccia. Zavir strinse forte il rasoio nella mano, tirò un altro profondo respiro e provò di nuovo, solo per sentire la lama pizzicargli la pelle e altro sangue colargli lungo il mento. «Perché cazzo non ci riesco?» ringhiò Zavir, sbattendo il rasoio e sbuffando come un bambino frustrato.

Senza che Zavir lo sapesse, le cameriere avevano sentito i suoi continui lamenti e le sue imprecazioni e avevano chiamato l’unica persona che sapevano in grado di gestire Zavir qualunque fosse il problema: Arib. Quando sentì la porta aprirsi, Zavir si voltò a guardare e vide Arib entrare nella stanza. Sentì il cuore sfarfallare come ogni volta, una sensazione irritante ma sempre benvenuta. Vedendo l’espressione sul volto di Arib, Zavir alzò gli occhi al cielo e incrociò le braccia sul petto. «Non c’è bisogno che fissi.» brontolò Zavir, ben consapevole di avere il viso pieno di graffi del rasoio.

Ma prima che Zavir potesse reagire, si ritrovò schiacciato contro il copriwater, con Arib in piedi sopra di lui che afferrava il rasoio. Da bravo moccioso qual era, Zavir spinse Arib, ma non abbastanza forte da opporre una vera resistenza; gli piaceva solo fare il testardo. «Non ho bisogno del tuo aiuto, Arib, posso farcela da solo.» quasi si lamentò Zavir, mentre cercava di afferrare il rasoio dalle mani di Arib, gemendo e sbuffando con un chiaro broncio di frustrazione stampato in faccia.

8:57 AM